Letta: "Non è più credibile. Ci ha fatto quasi fallire"
Per «parare» l’ultima sortita di Berlusconi, il Pd ha deciso di
puntare tutto sulla denuncia circostanziata dell’inaffidabilità del
Cavaliere e della sua proposta. Ma anche potenziando un messaggio
squisitamente politico, come spiega Enrico Letta, numero due del
partito: «Dobbiamo marcare ancora meglio un concetto essenziale:
l’alternativa è tra noi e Berlusconi, perché con questa legge possiamo
vincere o noi o lui. Chi arriva terzo o quarto non cambia il destino del
Paese. Chi fa perdere noi, fa vincere Berlusconi».
La proposta di Berlusconi è corredata di ipotesi di copertura, perché non dovrebbe essere credibile?
«No,
non è credibile. Perché la fa Berlusconi. Perché è basata su premesse
che non tengono conto della verità. Perché non si poggia sulla
possibilità di realizzarla dal punto di vista della solidità politica».
Tra tante, qualche promessa Berlusconi l’ha mantenuta, a cominciare dall’abolizione integrale dell’Ici
«Berlusconi
è l’uomo che ha fatto quasi fallire l’Italia e ora si ripropone,
rovesciando la verità e facendo promesse irrealizzabili per il futuro.
Contando sul fatto che, ogni tanto, gli italiani hanno la memoria
corta».
Ma trovare la copertura per l’Imu è impresa complessa ma non impossibile, o no?
«Tanto
per cominciare: perché Berlusconi non dice come si devono e si possono
coprire gli 8 miliardi di euro che fanno parte dell’altra promessa,
quella di far restare in Lombardia il 75% delle tasse dei lombardi? Ai
non lombardi quella promessa costa 8 miliardi che nessuno ci ha spiegato
come coprire. E per restare all’ultima promessa di Berlusconi:
l’eventuale operazione da definire con la Svizzera non è altro che una
“una tantum”. Non è certo un Bancomat. E le previsioni di entrate per i
prossimi anni? Nulla. Con un giocoliere come Berlusconi, quasi non vale
la pena mettersi a ragionare seriamente».
Non c’è un eccessivo allarmismo nell’ipotizzare un’impennata dello spread al solo riapparire di Berlusconi?
«Ma
lo spread è la “tassa-Berlusconi! La tassa più salata pagata dagli
italiani. Cento punti di spread in un anno equivalgono a cinque miliardi
in termini di sbilancio dello Stato. E Berlusconi ha portato lo spread
da 100 a 500 punti: in 18 mesi questo ha comportato un salasso di 15
miliardi».
Sul piano fiscale, la vostra proposta caratterizzante?
«Un
intervento molto significativo di riduzione delle tasse sul lavoro,
perché questo consentirà nuove assunzioni, buste paga più pesanti,
ripresa dei consumi».
-La Stampa-
Nessun commento:
Posta un commento