lunedì 22 ottobre 2012

Bersani In Europa

Settimana di incontri all’insegna degli accordi Ue e del futuro dell’Europa per il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani.

Martedì 23 ottobre, nel pomeriggio il Segretario del PD riceverà a Roma il Segretario della SPD tedesca, Sigmar Gabriel, per un colloquio bilaterale sui temi europei e sui prossimi impegni di Italia e Germania nella Ue.



Il giorno dopo, mercoledì, Bersani incontrerà, sempre nel pomeriggio nella sede del Partito Democratico, il cancelliere austriaco Werner Feymann in occasione della sua visita a Roma.

Giovedì Bersani andrà poi a Parigi per essere ricevuto all’Eliseo dal Presidente della Repubblica francese, Francois Hollande.

Questo ciclo di incontri di Bersani si concluderà venerdì a Tolosa. Il Segretario del PD interverrà in apertura del congresso del Partito socialista francese, dove incontrerà il nuovo segretario nazionale, Harlem Désir, ed altri leaders progressisti europei e internazionali.

giovedì 11 ottobre 2012

Polenta e 'ndrangheta



Sembrava ieri quando il pool della procura di Milano apriva e svelava un sistema di corruzione,concussione e finanziamento illecito ai partiti mai visto nella storia della Repubblica; sembrava ieri quando due dei giudici più famosi del mondo, simboli della lotta alla mafia, vennero barbaramente uccisi da quello stesso Stato che avevano giurato di proteggere e servire. Il primo evento è noto con l'espressione " Mani Pulite ", il secondo si riconduce agli anni delle stragi -1992-.
Ciò è storia ma nonostante siano passati 20 o 30 anni da quegli eventi, nonostante da Montecitorio siano sempre piovute promesse riguardo alla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, ci rendiamo conto che non solo le mafie, intese come organizzazioni criminali , non abbiano subito danni ma addirittura siano paradossalmente state rese ancora più forti di quel che erano già.
Insomma parliamoci chiaro, strutture come la "camorra" , "'ndrangheta" o "cosa nostra" non solo in questi anni sono riuscite a radicarsi a livello sociale, ma addirittura - ed era una conseguenza inevitabile- nel sostrato economico. Cio ha portato di fatto a far si che attraverso un imprenditoria debole l'economia italiana venisse direttamente controllata, avvelenata e gestita dai clan.
Cio mi porta ad affermare, in congruenza ai recenti avvenimenti, che lo Stao ha perso la sua battaglia, ha perso la dignità di combattere, e ha perso l'unica possibilità che aveva di infliggere un colpo cosi duro alle organizzazioni  ciminali offerto da Falcone e Borsellino.
La popolazione Italiana nell'ultimo ventennio è stata bombardata da messaggi politici che dichiaravano esplicitamente che -la mafia non esiste-, che è un fenomento residuale del sud, ma di fatto le inchieste su Dell'Utri, poi rese inutili  in Cassazione, le inchieste su Cosentino e Saverio Romano, poi salvati dalla Casta, le infiltrazioni nella Regione Lombardia degli ultimi giorni, e decine e decine di inchieste insabbiate dalla stampa e dalle televisioni, ci hanno dimostrato che la realtà e ben diversa.
E' una realtà che ha svelato accordi inquietanti tra nuove forze politiche e vecchi regimi mafiosi, è una realtà che ha svelato come l'ndrangheta riesca a manipolare TUTTA l'imprenditoria del Nord -a partire da Torino fino ad arrivare a Venezia ( testimonianze del pentito Rocco Varacalli) -,è una realta che ci mostra come l'omertà della paura abbia lasciato il posto all'omertà per interesse.
Non bastano certo poche righe per fare il resoconto della fallimentare azione di governo contro le mafie attuata negli ultimi 20 anni.
Non bastano centinaia di arresti da parte della magistratura e forze dell'ordine se poi non sono supportate da un preciso programma di educazione alla legalità per le generazioni piu giovani nelle regioni "dimenticate dallo Stato" come Calabria, Sicilia, Basilicata e Campania.
Non bastano Cento passi se poi lo Stato Italiano non accompagna il cittadino in questo cammino duro e pericoloso.
Non bastano più.
Un tempo Giovanni Falcone disse che la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio, una sua evoluzione e una fine. Temo solo che la cosidetta fine possa coincidere con la fine della storia dell'uomo.

                                                                                          Andrea Santinelli

Terremoto Regione Lombardia

L'arresto di Domenico Zambetti è l'ultimo colpo in ordine di tempo alla sempre più fragile impalcatura amministrativa di Formigoni. Ma più l'impalcatura scricchiola, più si scopre che qualcuno dei pilastri su cui si regge è marcio, e più il Celeste respinge sdegnato le ipotesi di dimissioni. Eppure il bollettino delle inchieste si inspessisce ogni giorno di più.  E IERI HA nuovamente interessato personaggi già coinvolti in procedimenti: il bresciano ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), l'ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni (Lega) e il consigliere Massimo Buscemi (Pdl) sono indagati dalla Procura di Milano per peculato e truffa aggravata. Le indagini della Gdf, che ieri ha acquisito i conti dei gruppi consiliari, mirerebbero a verificare la regolarità delle spese sostenute per cene, viaggi e comunicazione sostenute dai gruppi Pdl e Lega. Se Formigoni ha ancora la via di uscita dell'azzeramento la sua Giunta ha le ore contate. La mossa della Lega Nord che ha annunciato le dimissioni di tutti i consiglieri mette il presidente in un angolo strettissimo: o azzera gli assessori o si trova senza maggioranza. «Non tolleriamo le infiltrazioni mafiose, quanto un nostro ministro, Maroni, ha fatto tanto nella battaglia contro le cosche. La meridionalizzaione della giunta è inaccettabile» ha detto Pierluigi Toscani consigliere lumbard all'uscita del vertice di ieri sera. Le dimissioni leghiste si sommerebbero così con quelle dell''opposizione. Gianbattista Ferrari e Gianni Girelli, consiglieri bresciani del Pd, le avevano annunciate nel pomeriggio: «Le nostre dimissioni sono già sul tavolo - scrivono -. Ieri mattina abbiamo deciso, per protesta, di disertare le Commissioni consiliari». Poi l'appello alla Lega, in parte raccolto. «Resistere in queste condizioni significa non volere il bene della Lombardia».  «È UNA NUOVA dura tegola che si abbatte sull'amministrazione regionale. Serve una presa di distanza netta - è quanto ha dichiarato il consigliere del Pdl Vanni Ligasacchi - Ma dobbiamo ragionare anche su un altro livello: le regioni sono commissariate, le province spariscono, il processo di decentramento purtoppo è stato tradito dagli uomini che lo hanno interpretato, e oggi assistiamo ad un nuovo centralismo». Ligasacchi ricorda il patto di lealtà che Formigoni fece sottoscrivere, perchè ognono rendesse trasparenti eventuali situazioni a rischio indagini, «un patto che evidentemente qualcuno non ha rispettato». Rispetto al da farsi «valuteremo se vale la pena continuare» afferma Ligasacchi riferendosi al prossimo incontro del gruppo Pdl. Sul tema è intervenuta anche la deputata bresciana del Pdl, Mariastella Gelmini: «Le rensabilità penali sono sempre personali, certo il numero degli indagati cresce e bisogna verificare se ci sono le condizioni per poter continuare. E` una scelta molto difficile e valuteremo nei prossimi giorni. Le accuse mosse all`assessore Zambetti - ha sottolineato - sono gravi e se fossero confermate sarebbe un duro colpo per la Regione Lombardia».                                                      
                                                                                                               Eugenio Barboglio

lunedì 1 ottobre 2012

Cosa resta del Sogno Berlusconiano?

Non c'è più traccia del "sogno berlusconiano", spiega una sconsolata Stefania Prestigiacomo abbandonando il Pdl. Spiace contraddirla, ma il "sogno berlusconiano" non è affatto svanito; al contrario si è perfettamente inverato, secondo gli auspici politici, gli indirizzi culturali, perfino i gusti personali del suo indiscusso artefice.
Il sogno berlusconiano si è incarnato in Lavitola, Tarantini, le cene di Arcore, la Minetti, la nipote di Mubarak, il Parlamento che spergiura dichiarando che quella, per Berlusconi, era davvero la nipote di Mubarak. Nel conflitto d'interessi e nelle leggi ad personam. Nei quaranta milioni a Dell'Utri. Nella compravendita di senatori e deputati, in Bossi e la sua sciagurata corte tradotti al poterre e stipendiati da un'Italia sulla quale sputano, nell'editto bulgaro, nell'occupazione della Rai con uomini Mediaset, nelle corna e gli schiamazzi ai summit mondiali, nelle barzellette imbarazzanti. Che cosa avrebbe dovuto accadere di più e di peggio, gentile signora Prestigiacomo, per capire che il sogno berlusconiano era quella roba lì?
Michele Serra (dalla rubrica Amaca su "La Repubblica" del 30 settembre 2012)

Non dobbiamo dimenticarci di questi voli pindarici...
La crisi continua a mordere, il Paese fatica a crescere.
Abbiamo bisogno oggi più che mai di concretezza e piedi ben piantati in terra.
Tutti sono chiamati a dare il proprio contributo.