L'arresto di Domenico Zambetti è l'ultimo colpo in ordine di tempo alla
sempre più fragile impalcatura amministrativa di Formigoni. Ma più
l'impalcatura scricchiola, più si scopre che qualcuno dei pilastri su
cui si regge è marcio, e più il Celeste respinge sdegnato le ipotesi di
dimissioni. Eppure il bollettino delle inchieste si inspessisce ogni
giorno di più. E IERI HA nuovamente interessato personaggi già
coinvolti in procedimenti: il bresciano ex assessore Franco Nicoli
Cristiani (Pdl), l'ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni
(Lega) e il consigliere Massimo Buscemi (Pdl) sono indagati dalla
Procura di Milano per peculato e truffa aggravata. Le indagini della
Gdf, che ieri ha acquisito i conti dei gruppi consiliari, mirerebbero a
verificare la regolarità delle spese sostenute per cene, viaggi e
comunicazione sostenute dai gruppi Pdl e Lega. Se Formigoni ha ancora la
via di uscita dell'azzeramento la sua Giunta ha le ore contate. La
mossa della Lega Nord che ha annunciato le dimissioni di tutti i
consiglieri mette il presidente in un angolo strettissimo: o azzera gli
assessori o si trova senza maggioranza. «Non tolleriamo le infiltrazioni
mafiose, quanto un nostro ministro, Maroni, ha fatto tanto nella
battaglia contro le cosche. La meridionalizzaione della giunta è
inaccettabile» ha detto Pierluigi Toscani consigliere lumbard all'uscita
del vertice di ieri sera. Le dimissioni leghiste si sommerebbero così
con quelle dell''opposizione. Gianbattista Ferrari e Gianni Girelli,
consiglieri bresciani del Pd, le avevano annunciate nel pomeriggio: «Le
nostre dimissioni sono già sul tavolo - scrivono -. Ieri mattina abbiamo
deciso, per protesta, di disertare le Commissioni consiliari». Poi
l'appello alla Lega, in parte raccolto. «Resistere in queste condizioni
significa non volere il bene della Lombardia».
«È UNA NUOVA dura tegola che si abbatte sull'amministrazione
regionale. Serve una presa di distanza netta - è quanto ha dichiarato il
consigliere del Pdl Vanni Ligasacchi - Ma dobbiamo ragionare anche su
un altro livello: le regioni sono commissariate, le province spariscono,
il processo di decentramento purtoppo è stato tradito dagli uomini che
lo hanno interpretato, e oggi assistiamo ad un nuovo centralismo».
Ligasacchi ricorda il patto di lealtà che Formigoni fece sottoscrivere,
perchè ognono rendesse trasparenti eventuali situazioni a rischio
indagini, «un patto che evidentemente qualcuno non ha rispettato».
Rispetto al da farsi «valuteremo se vale la pena continuare» afferma
Ligasacchi riferendosi al prossimo incontro del gruppo Pdl. Sul tema è
intervenuta anche la deputata bresciana del Pdl, Mariastella Gelmini:
«Le rensabilità penali sono sempre personali, certo il numero degli
indagati cresce e bisogna verificare se ci sono le condizioni per poter
continuare. E` una scelta molto difficile e valuteremo nei prossimi
giorni. Le accuse mosse all`assessore Zambetti - ha sottolineato - sono
gravi e se fossero confermate sarebbe un duro colpo per la Regione
Lombardia».
Eugenio Barboglio
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