lunedì 1 ottobre 2012

Cosa resta del Sogno Berlusconiano?

Non c'è più traccia del "sogno berlusconiano", spiega una sconsolata Stefania Prestigiacomo abbandonando il Pdl. Spiace contraddirla, ma il "sogno berlusconiano" non è affatto svanito; al contrario si è perfettamente inverato, secondo gli auspici politici, gli indirizzi culturali, perfino i gusti personali del suo indiscusso artefice.
Il sogno berlusconiano si è incarnato in Lavitola, Tarantini, le cene di Arcore, la Minetti, la nipote di Mubarak, il Parlamento che spergiura dichiarando che quella, per Berlusconi, era davvero la nipote di Mubarak. Nel conflitto d'interessi e nelle leggi ad personam. Nei quaranta milioni a Dell'Utri. Nella compravendita di senatori e deputati, in Bossi e la sua sciagurata corte tradotti al poterre e stipendiati da un'Italia sulla quale sputano, nell'editto bulgaro, nell'occupazione della Rai con uomini Mediaset, nelle corna e gli schiamazzi ai summit mondiali, nelle barzellette imbarazzanti. Che cosa avrebbe dovuto accadere di più e di peggio, gentile signora Prestigiacomo, per capire che il sogno berlusconiano era quella roba lì?
Michele Serra (dalla rubrica Amaca su "La Repubblica" del 30 settembre 2012)

Non dobbiamo dimenticarci di questi voli pindarici...
La crisi continua a mordere, il Paese fatica a crescere.
Abbiamo bisogno oggi più che mai di concretezza e piedi ben piantati in terra.
Tutti sono chiamati a dare il proprio contributo.

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