Non c'è più traccia del "sogno berlusconiano", spiega una sconsolata
Stefania Prestigiacomo abbandonando il Pdl. Spiace contraddirla, ma il
"sogno berlusconiano" non è affatto svanito; al contrario si è
perfettamente inverato, secondo gli auspici politici, gli indirizzi
culturali, perfino i gusti personali del suo indiscusso artefice.
Il sogno berlusconiano si è incarnato in Lavitola, Tarantini, le cene di
Arcore, la Minetti, la nipote di Mubarak, il Parlamento che spergiura
dichiarando che quella, per Berlusconi, era davvero la nipote di
Mubarak. Nel conflitto d'interessi e nelle leggi ad personam. Nei
quaranta milioni a Dell'Utri. Nella compravendita di senatori e
deputati, in Bossi e la sua sciagurata corte tradotti al poterre e
stipendiati da un'Italia sulla quale sputano, nell'editto bulgaro,
nell'occupazione della Rai con uomini Mediaset, nelle corna e gli
schiamazzi ai summit mondiali, nelle barzellette imbarazzanti. Che cosa
avrebbe dovuto accadere di più e di peggio, gentile signora
Prestigiacomo, per capire che il sogno berlusconiano era quella roba lì?
Michele Serra (dalla rubrica Amaca su "La Repubblica" del 30 settembre 2012)
Non dobbiamo dimenticarci di questi voli pindarici...
La crisi continua a mordere, il Paese fatica a crescere.
Abbiamo bisogno oggi più che mai di concretezza e piedi ben piantati in terra.
Tutti sono chiamati a dare il proprio contributo.
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