mercoledì 14 dicembre 2011

"Manovra frutto del nostro lavoro"


“Le modifiche vanno nella direzione auspicata, ci sono ancora un paio di questioni aperte ma nell'insieme si è fatto un lavoro efficace e credo che porti visibili i segni del nostro lavoro”. Questo è stato il commento alla manovra economica del governo Monti fatto dal segretario Pier Luigi Bersani.
“Il mondo non finisce qui – ha continuato Bersani - e anche nei prossimi mesi faremo valere le nostre idee. Non si può pretendere che il governo faccia il 100% di quello che faremmo noi ma intendiamo far pesare ancora le nostre idee”.

Meno positivo il giudizio sulle intenzioni del governo circa le liberalizzazioni. “Siamo stupiti, se non stupefatti, dalla debolezza del governo sul tema delle liberalizzazioni. Su questo la questione è ancora aperta” ha ribadito il leader democratico spiegando che in Aula arriverà un emendamento del PD.
Molto dura è la posizione di Bersani sulla bagarre messa in scena oggi al Senato dalla Lega contro la manovra del governo Monti. “Conosciamo la disinvoltura non inaspettata della Lega, dicano quello che vogliono ma noi diremo agli italiani che hanno governato otto anni su 10, non arrivano da Marte, e quindi si devono caricare la loro responsabilità. Non saremmo qui se non avessero governato loro”.

Frequenze TV. “Dal governo ci aspettiamo una nuova valutazione sulla gara delle frequenze tv. Bisogna prendere una decisione coerente con la situazione economica, non è tempo per concorsi di bellezza...sospendere e reimpostare la gara delle frequenze televisive o in questa manovra o anche fuori da essa”.

Ici e Chiesa cattolica. “Abbiamo detto al governo: c'è una norma che noi condividiamo che prevede il pagamento dell'Ici per gli esercizi commerciali della Chiesa. L'applicazione è ambigua e quindi o si aggiusta la norma o si faccia una norma applicata più chiara perché noi siamo perché ciò che è commerciale paghi (...) La norma va chiarita – ha concluso Bersani - e più direttamente vanno impegnati i comuni a discernere situazioni a volte complesse”.

Abolizione delle Province. “Per avere risparmi e riorganizzare il sistema è più ragionevole che le Province diventino organismi di secondo livello. Sui modi e sui tempi ci siamo rimessi alle decisioni del governo”.

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